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Neurofeedback Milano | MyNeurotrainer

Via lo stress dal tuo corpo e dalla tua vita

Migliora la tua vita grazie al Neurofeedback Dinamico®

La tecnologia più avanzata al servizio dell'enorme potenziale di automiglioramento del cervello umano

Per cosa è utile

Le persone che usano il Neurofeedback Dinamico Neuroptimal® sperimentano benefici in molte aree e condizioni di vita.

Il Neurofeedback Dinamico Neuroptimal® non è un trattamento medico e per tanto non serve a curare sintomi specifici, ma a stimolare il cervello perchè possa innescare processi di miglioramento, che possono aiutare in molte condizioni e situazioni di disagio, migliorando così le condizioni di vita.

Quelle che seguono non sono dunque patologie da cui questo sistema può far guarire (sono infatti citate tra le altre malattie degenerative o condizioni mediche gravi), ma condizioni in cui la neuroplasticità e il potere del cervello di trovare equilibri più funzionali, può migliorare anche significativamente la qualità della vita, anche alleviando o rendendo meno invalidanti alcuni disagi importanti.

Disturbi fisiologici e sintomi somatici

Acufeni, infiammazioni e fibromialgia, dolori cronici, emicrania e cefalea, disturbi del sonno, sintomi fisici correlati a stress o ansia

Malattie neurodegenerative e cerebrolesioni

Alzheimer e demenza senile, parkinson, sclerosi multipla, esiti di ictus e ischemia, lesioni cerebrali acquisite e neonatali, tetraparesi spastica

Chemio brain

Annebbiamento della mente, perdita di memoria e concentrazione, disturbi cognitivi in concomitanza con chemioterapia

Disagi psicologici ed emotivi

Ansia, umore depresso, pensieri ossessivi e compulsioni, dipendenze, disturbo da stress posttraumatico

Difficoltà cognitive

Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA); deficit di attenzione, iperattività, impulsività (ADHD)

Peak performance

Prestazioni ottimali in ambito lavorativo, scolastico e accademico, sportivo, artistico e creativo

Benessere generale e qualità della vita

Mantenimento del peso forma, assertività nelle relazioni, lucidità nelle decisioni, maggiore consapevolezza dei propri stati mentali

Spettro dell'autismo

difficoltà di regolazione emotiva e di socializzaizone legate a condizioni di neurodiversità

Come funziona il Neurofeedback Dinamico?®

Davanti allo specchio

Immagina di pettinarti, truccarti o farti la barba davanti a uno specchio: vedi le tue mani mentre compiono gesti estremamente fini e raffinati, vedi gli effetti che producono gli strumenti che utilizzi, e "correggi il tiro" se qualcosa non ti soddisfa.

Ora immagina di fare le stesse operazioni senza specchio.

Non è lo stesso vero?

Il cervello migliora se stesso

Il Neurofeedback Dinamico® utilizza lo stesso principio: è come se fosse in grado di mettere il cervello davanti a uno specchio, rendendolo consapevole dei propri processi.

Quelli che funzionano miglioreranno sempre di più, mentre su quelli disfunzionali il cervello cercherà nuovi percorsi e nuovi equilibri.

Il cervello ha già di per sé, grazie alla propria neuroplasticità, un enorme potenziale di automiglioramento, ma avere un feedback continuo sulla propria attività consente di innescare questi processi molto più velocemente e in maniera più ampia.

Come funziona Neuroptimal®

La tecnologia di Neurofeedback Dinamico Neuroptimal® utilizza un sistema molto semplice, anche se basato su di un software e algoritmi matematici molto complessi: alcuni sensori posti sul cranio registrano l'attività elettrica del cervello (come in un normale elettroencefalogramma), e inviano i dati ad un computer; questi vengono analizzati 256 volte al secondo.

Durante l'intera sessione il computer invia una musica rilassante, che la persona ascolta in cuffia; quando il computer rileva una variabilità emergente nell'attività cerebrale, invia un "feedback", che consiste in una brevissima interruzione della musica: questo consente al cervello di "accorgersi" del processo che ha in atto, e di cercare sempre nuovi equlibri, che possono sostituire alcuni schemi disfunzionali.

Questo avviene moltissime volte in una seduta e così, di seduta in seduta, il cervello "si allena".

Allenamento e feedback

Ora possiamo cambiare esempio e capire meglio: è come imparare un gesto complesso e molto "fine" (ad esempio un gioco di prestigio) davanti allo specchio: ripetendo molte volte, vedendo i propri gesti, consolidando le mosse corrette e migliorando quelle imprecise, alla fine quello che inizialmente era un gesto impacciato, diventerà fluido e naturale.


Non ce ne rendiamo conto, ma molti gesti che abbiamo appreso nella vita, come andare in bicicletta o guidare l'auto, si basano proprio su questo meccanismo di feedback, in cui il cervello impara e raffina sempre di più degli schemi di funzionamento, che poi diventano automatici.

In questi schemi le informazioni che vengono dal corpo e dai sensi arrivano conitnuamente al cervello, ed esso invia segnali al corpo, e così via in un processo, appunto, di apprendimento, di "allenamento" e di miglioramento.

Come funziona una sessione

La persona si accomoda su una poltrona, il neurotrainer le posiziona quattro sensori sul capo (due sul cranio e due sulle orecchie), e le fa indossare le cuffie.

Parte la musica e la persona non deve far altro che rilassarsi godendosi la sessione, che dura circa mezz'ora. Non occorre nessun compito particolare da svolgere, non è necessario pensare a qualcosa di particolare, ci si può semplicemente rilassare. Nel caso di bambini è possibile anche svolgere qualche attività semplice, come fare un disegno o un gioco tranquillo (ad es. le costruzioni).

Alcune persone rimangono sveglie, altre si addormentano, altre ancora sono in uno stato di rilassamento profondo, tra sonno e veglia: il sistema funziona ugualmente, perchè i processi vengono analizzati al di sotto della soglia di coscienza.

Semplice no?

Inizia ora il tuo neurotraining!

Cosa raccontano le persone che usano Neuroptimal®

La sensazione immediata è normalmente quella di un grande relax, ma ovviamente questa è solo una piccola parte dell'esperienza complessiva.

Qualche volta si notano cambiamenti già dalla prima seduta, più spesso dopo alcune sedute.

A volte le persone riferiscono miglioramenti anche significativi in alcuni disagi che sperimentano, a livello fisico o psicologico.

Molto spesso descrivono la sensazione di avere più lucidità, più consapevolezza dei propri pensieri.

E poi migliore capacità di concentrarsi e di essere efficienti nei compiti della vita quotidiana.

La sessione di neurofeedback: un'esperienza unica

“Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.”

Rita Levi-Montalcini

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Approfondimenti

Neuroptimal® si basa su alcuni presupposti teorici che hanno avuto un ruolo importantissimo nella riflessione sulla scienza nel Novecento.

L'idea di cibernetica si basa proprio sul concetto di feedback: vediamolo insieme.

Quando parlo con un'altra persona, immagino che la mia comunicazione vada da me a lei, e poi, se mi risponde, da lei a me, e così via, come se fossero rette che vanno e che vengono.

La cibernetica ci insegna che ogni messaggio comunicativo produce un feedback su chi lo produce: io vedo l'effetto che le mie parole fanno sull'altra persona, e da qui mi rendo conto realmente di quello che ho detto; il mio messaggio successivo terrà conto di questo feedback e si aggiusterà di conseguenza.

Ecco come spiega la faccenda un grande antropologo e psichiatra del Novecento, Gregory Bateson, esponente di spicco del Mental Research Institute:

 

Si consideri un albero, un uomo e un ascia, constatiamo che l’ascia fende dapprima l’aria e produce certi tipi di tacche in un preesistente taglio nel fianco dell’albero. Se ora vogliamo spiegare quest’insieme di fenomeni, ci dobbiamo occupare di differenze nel fianco intaccato dell’albero, differenze nella retina dell’uomo, differenze nel suo sistema nervoso centrale, differenze nei suoi messaggi neuronici efferenti, differenze nel comportamento dei suoi muscoli, differenze nel modo di avventarsi dell’ascia, fino a differenze che l’ascia poi produce sulla superficie del tronco.La nostra spiegazione (per certi fini) verterà sempre intorno a questo circuito. In linea di principio, se si vuole spiegare o capire qualcosa nel comportamento umano, si ha sempre a che fare con circuiti totali, completi.

Gregory Bateson, Verso un'ecologia della Mente, 1972

 

Più recentemente, Humberto Maturana e Francisco Varela (L’albero della conoscenza, 1987) hanno introdotto il concetto di autopoiesi, secondo cui i sistemi viventi sono capaci di autoorganizzarsi, autoregolarsi e produrre complessità al loro interno.

 

Il Neurofeedback Dinamico® si basa esattamente su questi principi: tra cervello e software si crea una circolarità: il cervello “racconta” al computer la sua attività, attraverso le onde cerebrali che emette, il computer le elabora e invia le interruzioni nella musica, che fanno capire al cervello che qualcosa è successo, lo spronano a cercare nuovi equilibri, a non fissarsi sui vecchi schemi. E’ come una “danza” tra cervello e computer.

 

L’approccio olistico, la teoria dei sistemi e la cibernetica, capisaldi dell'epistemologia del secondo Novecento, sono alcuni dei fondamenti teorici su cui si basa Neuroptimal®.

Il Neurofeedback nasce dal Biofeedback, che a sua volta si basa sui principi della psicologia comportamentista e prima ancora della psicologia sperimentale dell’Ottocento.

Il Biofeedback si basa sul principio che l’organismo vivente si adatta all’ambiente attraverso processi di autoregolazione inconsapevoli: pressione sanguigna, ritmo cardiaco, tensione muscolare e varie funzioni del sistema neurovegetativo, endocrino e immunitario.

La tecnica consente, tramite la rilevazione strumentale di alcuni parametri fisiologici, di diventarne consapevoli di essi, e di quali atteggiamenti fisici e mentali influiscono su di essi. Alcuni elettrodi sono posti sulla pelle e rilevano i parametri, e il computer mi restituisce in tempo pressoché reale i valori dei parametri. A questo punto, con opportune indicazioni, posso scoprire quali comportamenti riportano i parametri nei range desiderati e, di seduta in seduta, rinforzare proprio quei comportamenti. 

Questa tecnica venne usata negli anni Sessanta del Novecento per “addestrare” la persona a rilassarsi e affrotnare lo stress, agendo sui propri parametri fisiologici.

Già negli anni Cinquanta, lo psicologo dell'università di Chicago Joe Kamiya si rese conto di poter modificare le proprie onde cerebrali, registrate tramite un elettroencefalogramma, attraverso certi comportamenti appresi. I soggetti diventavano consapevoli dei propri stati mentali e potenzialmente in grado di modificarli.

Da lì gli studi sul neurofeedback furono portati avanti negli anni Sessanta e Settanta, con sperimentazioni e casi di successo, ricerche e pubblicazioni.

Partendo da queste esperienze, negli anni Novanta Valdeane W. BrownSusan Brown sviluppano un sistema di neurofeedback molto più evoluto, basato su una logica diversa rispetto ai sistemi precedenti, che diventerà poi Neuroptimal.

Uno dei fondamenti scientifici dell’approccio del Neurofeedback Dinamico® è il “modello olonomico del cervello”, sviluppato dal neuroscienziato Karl Pribram insieme al fisico David Bohm.

Il presupposto è l’olografia, una tecnica fotografica che sfrutta la luce emessa da un laser per ricreare immagini tridimensionali. La particolarità è che ogni parte dell’ologramma prodotto, anche se se separato dagli altri, può rigenerare l’intera immagine.

 

Bohm utilizzò questo approccio per offire una nuova immagine dell’universo, l’universo olografico, appunto, in cui ogni parte richiama il tutto. Questo approccio fu confermato nel 1982 dall’esperimento di Alain Aspect, che mostrò come due particelle distanti potessero interagire in maniera istantanea.

Suggestivamente, questa circostanza ricorda in maniera impressionante la teoria delle monadi del filosofo del Settecento Leibniz, in paticolare il concetto di armonia prestabilita.

Pribram sviluppò questa stessa idea nell’ambito della neuropsicologia, sostenendo che nel cervello l’informazione non è “localizzata” in un punto del cervello, ma distribuita nell’intero sistema. Ancora oggi le neuroscienze non hanno una visione chiara di “dove” siano collocate le tracce mnestiche, tanto che è stato proposto il concetto di engramma per cercare di collocare dal punto di vista neurobiologico la presenza dei ricordi; tuttavia sembra che lo stesso engramma rappresenti non un punto specifico del sistema, ma piuttosto un’informazione diffusa.

In un lavoro del 2015 (DOI: 10.1002/hbm.22842), Andrew James Bauer e Marcel Adam Just, neuroscienziati dell’Università di Pittsburgh, affermano: 

 

La ricerca ad oggi ha rivelato che i concetti di oggetti (come quello di martello) sono neuralmente rappresentati in molteplici regioni del cervello, corrispondenti ai vari sistemi cerebrali coinvolti nelle interazioni fisiche e mentali con il concetto. Il concetto di martello integra che aspetto abbia, per cosa si utilizza, come si impugna, etc., risultando quindi in una rappresentazione neurale distribuita su aree sensorie, motorie e associative.

 

Questa visione di Pribram, per cui l’informazione nel cervello è diffusa nell’intero sistema, secondo il modello dell’ologramma, spiegherebbe la straordinaria capacità di recupero funzionale del cervello dopo cerebrolesioni gravi (la neuroplasticità) e, anche in soggetti sani, l’enorme potenziale di automiglioramento del cervello stesso.

Per altro, questa visione risulta coerente con il concetto di connettoma, studiato in Italia ad esempio dalla neuroscienziata Daniela Lucangeli, che rappresenta la nuova frontiera nello studio del cervello umano (lo Human Connectome Project è stato lanciato nel 2009), perché si concentra non più su una visione topografica del cervello (ogni funzione o informazione ha una ”sede” specifica nel cervello, da cui le tecniche più tradizionali di neuroimaging), ma vede il cervello come un “sistema” in cui le informazioni sono diffuse in una fitta rete di connessioni, rappresentate dalla sostanza bianca (assoni e dendriti), che si modifica nel tempo, che non è geneticamente determinata, che si plasma con l’esperienza secondo meccanismi epigenetici.

Oggi sappiamo che l’ambiente e l'esperienza sono fondamentali per plasmare questa fitta rete di connessioni in cui risiede il nostro patrimonio di esperienza, di intelligenza, di potenzialità.

Neuroptimal® agisce proprio a questo livello di plasticità cerebrale, potenziando ciò che già normalmente ambiente ed esperienze ricchi di stimoli possono produrre in termini di sviluppo delle potenzialità del cervello.

Il Neurofeedback Dinamico® rappresenta un cambio di paradigma rispetto ad altri sistemi di neurofeedback più tradizionali, che sono sistemi lineari a EEG quantificato.

Questi sistemi si basano una logica lineare, che prevede alcuni parametri normativi entro cui devono stare i diversi tipi di onde cerebrali: il processo consiste nell’allenare il soggetto a rientrare in questi range. La sessione si svolge con un operatore che osserva i parametri rilevati dall’EEG, e assegna “compiti” al soggetto fino a che le frequenze non rientrano nei range stabiliti. Questi parametri sono tuttavia uguali per tutti, individuati su base statistica.

Tuttavia ogni cervello è diverso! L’approccio del Neurofeedback Dinamico Non Lineare® infatti quello della complessità: proprio perchè ogni soggetto funziona in modo peculiare e specifico, invece di “insegnare” al cervello a funzionare entro certi range, Neuroptimal® favorisce l’autoapprendimento del cervello stesso, che impara a conoscersi (come, abbiamo detto più volte, se fosse davanti ad uno specchio), e migliorare i propri processi.

E’ davvero, per usare una metafora, il “personal trainer” del cervello, che non assegna compiti uguali per tutti, ma si adatta al fisico di ogni persona per trovare quegli esercizi più funzionali, efficienti ed efficaci per quella persona specifica

Inoltre c’è una differenza macroscopica nei tempi: nel neurofeedback a EEG quantificato, il processo di feedback è mediato dall'operatore: questi legge i dati, assegna compiti al soggetto, e questi cerca di metterli in atto; tuttavia al termine di questo ciclo è passato del tempo, e il cervello si trova già in un altro stato. Neuroptimal analizza invece i dati dell’EEG 256 volte al secondo, ed essendo un software che non richiede la mediazione di un operatore, nè compiti attività da parte del soggetto, il processo è velocissimo, perchè il feedback (l’interruzione della musica), viene inviato in millesimi di secondo.

Il Neurofeedback Dinamico® non è un trattamento medico, non è uno strumento diagnostico, non ha la pretesa di risolvere direttamente problemi, patologie o sintomi specifici. La Food and Drug Administration (FDA) lo categorizza non come medical device, ma come general wellness device (cosa vuol dire?). 

Questo significa che l’approccio che ne è alla base non è di tipo lineare, quello che va dalla causa all’effetto, e che sta alla base della ricerca sperimentale in senso galileiano. L’approccio è invece sistemico e legato alla teoria della complessità: le scienze del Novecento hanno del resto messo definitivamente messo in discussione l’approccio positivistico per cui dato un effetto è possibile individuare in maniera univoca una causa, e conoscendo una causa è possibile prevederne in maniera univoca l'effetto: l’esempio più famoso è il principio di indeterminazione di Heisenberg.

Questo comporta in generale nella scienza un ripensamento nella ricerca sperimentale, dove molto spesso i disegni di ricerca puntano ad individuare correlazioni tra fenomeni, piuttosto che nessi causali assoluti. I concetti di “sperimentale” e “sperimentalmente” sono dunque tutt’altro che univoci.

Queste sono alcune delle ragioni per le quali Neuroptimal® può difficilmente essere inserito in disegni sperimentali classici, simili a quelli ad esempio utilizzati per i farmaci o trattamenti medici. In questi casi si tratta di stabilire nessi forti tra la somministrazione di un farmaco e l'effetto prodotto. Ma Neuroptmal non è e non vuole essere nè un farmaco nè un trattamento specifico per alcun sintomo, e dunque questo nesso sarà impossibile da trovare.

Sarà certamente possibile, invece, raccogliere dati empirici di rilevanza statistica e correlazionale, che riguardano soggetti concreti che, in virtù dell’allenamento cerebrale consentito loro da Neuroptimal®, hanno potuto affrontare e gestire al meglio situazioni anche molto problematiche, sul piano fisico o psichico. Va detto, comunque, che lo studio di caso e la ricerca di correlazioni hanno piena cittadinanza tra i vari modelli possibili di disegni di ricerca scientifica.

Non saranno quindi possibili ad esempio studi in doppio cieco, perchè il neurotrainer non può non sapere se sta utilizzando il software reale o meno; esistono comunque alcuni studi condotti con un gruppo placebo (interruzioni casuali della musica, non dettati da alcuna analisi dei dati dell’EEG), che hanno dato risultati significativi

Un esempio italiano è lo studio apparso sulla rivista Audiologia&Foniatria, n. 2, Anno 2018, Maggio-Agosto, poi aggiornato a fine 2019, che riguarda pazienti con acufene (qui l’articolo originale, qui l’abstract).

Sono poi presenti diversi studi presentati a convegni in vari paesi del mondo, consultabili qui.

Esiste poi una consolidata ricerca sugli effetti del Neurofeedback a EEG quantificato, con cui Neuroptimal®, per quanto utilizzi un approccio diverso e una tecnologia più sofisticata, condivide il funzionamento di base, e di cui rappresenta un’evoluzione: i lavori hanno avuto uno sviluppo impressionante negli ultimi anni (fonte: PubMed).

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Foto del dott. Massimo Martucci Psicologo Milano

"Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa invece a quello che puoi fare con quello che hai"

H. Hemingway

Sono Massimo Martucci, oltre ad essere un Neurotrainer Neurotpimal sono uno Psicologo:
aiuto le persone nei passaggi difficili della loro vita, nei momenti di scelta o di cambiamento.
 
Se vuoi saperne di più su di me visita il sito www.massimomartucci.it